Come ho detto nel precedente post dedicato a questo evento fieristico internazionale, il Boot di Dusseldorf è sicuramente il più importante salone al coperto del mondo.
Uno dei suoi punti di forza risiede nella varietà degli interessi legati al mare rappresentati nei suoi enormi padiglioni, dalle barche a vela a quelle a motore, i grandi yacht con cui quest’anno il cantiere Princess ha determinato il primato con il suo 35 metri, accessori di ogni tipo e valore, servizi turistici, centri sub e attrezzature dedicate agli appassionati di questa disciplina, poi ancora la sezione dedicata alle attività da spiaggia e salvamento, infine, quella dedicata al mondo del remo e della pagaia in tutte le sue forme.
L’organizzazione e la gestione dell’evento e di tutta la logistica che lo distingue è stata a mio modesto avviso, ancora una volta impeccabile. Accreditarsi, fare il biglietto, raggiungere la fiera con i mezzi pubblici, mangiare a prezzi ragionevoli e anche discretamente (siamo pur sempre lontani dall’Italia!), trovare un bagno pulito con facilità, tutto questo a Dusseldorf durante il Boot è garantito in modo efficiente.
Ritengo sia in questi due elementi appena descritti la forza di questo salone nautico, ossia, la varietà merceologica rappresentata e la qualità dei servizi offerti tanto agli operatori quanto ai visitatori. E’ perfetto? Per fortuna no! Pensate che il primo giorno che ho raggiunto la fiera il treno era in ritardo di 3’…dilettanti!
Parliamo ora della rappresentanza italiana, come di consueto massiccia soprattutto nelle aree dedicate alle grandi barche a motore, ma anche in settori quali la vela, il turismo con porti e marine, gommoni, accessori. Un’Italia rappresentata con motivato orgoglio dai nostri operatori che, come ogni anno, riescono a catalizzare l’attenzione del pubblico nord europeo, sebbene questo sia ultimamente un po’ distolto da cantieri inglesi che beneficiano di un cambio più favorevole. Va detto con una punta di orgoglio, che buona parte delle proposte contenenti innovazione è proprio made in Italy.
Tra chi a mio avviso ha presentato un programma di sviluppo degno di particolare attenzione, Sanlorenzo spicca. In una conferenza stampa alla quale hanno preso parte come relatori sia il dott. Massimo Perotti sia Tilli Antonelli (la cui storia nautica personale meriterebbe un po’ di spazio a parte!) sono stati presentati i nuovi progetti per yacht ibridi e diesel elettrici. Si tratta di progetti molto ambiziosi ma che Tilli Antonelli conosce già molto bene dal punto di vista tecnico, mi piacerà sicuramente parlarne ancora.
Il tema della propulsione elettrica è finalmente molto diffuso e affrontato da numerose aziende grandi e piccole, ci sono quelle che sti stanno concentrando su soluzioni leggere per le piccole barche, come la Torqueedo, così come ci sono aziende che stanno studiando sistemi di propulsione per yacht di grandi dimensioni. L’elettrico è sicuramente il tema trainante per il futuro.
Torniamo a Dusseldorf, dove dopodomani, domenica 28 gennaio, la fiera chiude i battenti e fa i conti con i numeri, che ormai governano il nostro destino. Ritengo di poter dire che saranno incoraggianti rispetto lo scorso anno, la presenza di pubblico è stata sempre abbastanza sostenuta e da quanto ho sentito in giro gli affari non sono mancati.
Quando la fiera divulgherà i dati dei nove giorni di salone gli dedicherò un po’ di spazio.
Per concludere, un salone come sempre efficace nella sua organizzazione, che ha visto la massiccia presenza di cantieri internazionali, nel quale sappiamo che sono stati fatti accordi di distribuzione con nuovi dealer, accordi commerciali di co-marketing tra aziende diverse, sono state vendute barche e accessori, posti barca e pacchetti turistici.
Tutto questo ne conferma la validità, ma in questi nove giorni ciò che si conferma è anche una ripresa sui mercati europei e una posizione della nautica nazionale sicuramente di rilievo assoluto.