Si tratta di Arges, un progetto presentato oggi presso la sala conferenze della Guardia Costiera al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Siamo appena rientrati dopo una mattinata di lavori presso il ministero, nel corso della quale ci è stato spiegato il progetto che deve il suo acronimo, ARGES, al nome per esteso che è pAssengeRs and loGistics information Exchange System.
Si tratta di un’iniziativa internazionale che prende oggi il via con la Grecia per la semplificazione di tutte le operazioni connesse con il transito mercantile, avente come fine quello di velocizzare le pratiche di sdoganamento rendendo così, i porti interessati più appetibili per gli armatori.
Nella realtà abbiamo appreso che si tratta di un progetto che nelle intenzioni coinvolgerà tutta la rete dei porti nazionali e si avvarrà della collaborazione internazionale per integrare il sistema delle informazioni nel migliore dei modi, nonostante il kick-off di oggi riguardi esclusivamente il porto di Bari e alcuni porti greci.
La Guardia Costiera è coinvolta in prima linea in questo progetto e tra gli altri si avvale della cooperazione e collaborazione dell’Agenzia Eruopea per la Sicurezza Marittima (EMSA), la regione dell’Epiro in qualità di lead partner per questa fase, autorità marittime greche e italiane, l’Università di Patrasso, il Politecnico di Bari e il Centro dei cambiamenti climatici della regione euro mediterranea.
Il prototipo presentato oggi rappresenta la base tecnico operativa per lo sviluppo dell’informatizzazione del processo di arrivo e partenza delle navi nei porti nazionali, alleggerendo di fatto, le procedure burocratiche a carico dell’utenza marina, semplificando e innovando i sistemi attualmente in uso.
Tutto questo ha lo scopo di semplificare e velocizzare gli aspetti burocratici e amministrativi connessi con il transito delle merci nei nostri porti, il che si traduce in un incremento di interesse da parte di quegli armatori che oggi più che in passato, trovano in altri porti del Mediterraneo siti interessanti per poter smistare le merci provenienti da mari lontani.
Naturalmente tale sviuppo oltre ad essere indispensabile per rimanere al passo con i tempi, tiene conto anche dei futuri incrementi di transito delle merci nel Mediterraneo dovuti al termine dei lavori che prossimamente interesserà il Canale di Suez.
Intercettare tali transiti e rendere i porti italiani siti di smistamento per le merci destinate all’Europa in generale, significa cogliere l’opportunità che la natura ci ha offerto dal punto di vista orografico e metterla a reddito.
Tutto questo, potrete obiettare, cosa ha a che fare con il diporto? Beh, sapere che a livello infrastrutturale qualcosa si muoverà sulle nostre coste mi sembra interessante per tutti. Bisogna anche aggiungere che tali iniziative spingono le amministrazioni locali dei siti interessati e individuati come potenziali HUB del naviglio mercantile, a investire in infrastrutture a terra come strade, trasporti e comunque cose utili a tutti. Non solo, perchè dove c’è un porto commerciale ci sono professionisti del mare a vario titolo impiegati quotidianamente per lo svolgimento di tutte quelle pratiche connesse con il transito di grandi navi, quindi, possibilità di collocamento nel mondo della nautica da lavoro.
Buon vento a tutti!
Ad maiora o capitano
Ad maiora! Grazie caro!